martedì 5 ottobre 2021

Black History Month

Ogni volta che si celebra una ricorrenza per ricordare i diritti di una minoranza, si apre un dibattito sull'opportunità di dedicare una sola ricorrenza a diritti che dovrebbero essere esercitati quotidianamente. Ciononostante, negli Stati Uniti, in Canada e, più recentemente, in Olanda, Irlanda e Regno Unito i celebra il "Black History Month", volto a ricordare figure storiche importanti scarsamente ricordate altrimenti a causa del colore della loro pelle.

Ovviamente, l'ideale sarebbe vivere in un mondo in cui non è necessario celebrare la giornata della donna, i "Fridays for future" o il mese del "Black History", ma visto che per il momento quell'opportunità non è data, ho deciso di rendere omaggio al Black History month, che nel continente europeo si celebra nel mese di ottobre, raccontando alcune storie a tema.

Molti conoscono Hattie McDaniel come la prima donna di colore ad aver ottenuto un premio Oscar, ma questa donna controversa fece molto di più. Oltre ad essere un'attivissima attrice cinematografica, televisiva e teatrale, fu anche cantante Gospel e fu la prima donna afroamericana negli Stati Uniti a cantare alla radio. Scriveva anche testi, e non ha caso ebbe diritto a ben due stelle nella Walk of fame, una per i suoi contributi radiofonici e una per quelli cinematografici.

Fu aspramente contestata da diversi esponenti della comunità afroamericana e, in particolare, da membri della NAACP (la più celebre e potente associazione per i diritti civili degli afroamericani, tuttora attiva), che le contestavano di contribuire, con le sue interpretazioni, a consolidare lo stereotipo dell'afroamericano pigro, indolente, ignorante e felice di svolgere lavori umili. Fu considerato scandaloso soprattutto il fatto che McDaniels non prese mai posizione politica, né si impegnò nell'ambito dei diritti civili (ricordo che durante la sua vita negli Stati Uniti vigeva la segregazione razziale).

In realtà subì diversi episodi di razzismo, anche conosciuti, e ritengo che, da professionista quale era, abbia preferito dare la priorità alle opportunità di carriera. Pragmaticamente, sapeva che un suo impegno politico o principi morali antirazzisti avrebbero danneggiato il suo percorso lavorativo, facendola forse uscire dal mondo dello spettacolo in maniera definitiva. Una volta diventata ricca e relativamente potente (sottolineo relativamente, appunto a causa dell segregazione razziale) fu comunque in grado di seguire le sue aspirazioni e di aiutare altre persone, ma non ne fece mai una questione politica e di principio.

Non si conoscono i retroscena che permisero a Hattie di essere ammessa a ritirare il premio Oscar come migliore attrice non protagonista in Via col Vento- Si sa però che non era consentito l'ingresso ai neri nell'albergo in cui si tenne la cerimonia. Pare per intercessione del produttore del film (o forse dell'agente di McDaniels, che era bianco), fu nascosta nella sala delle premiazioni, in modo da non sedere vicino ai bianchi - inclusi i colleghi a fianco dei quali aveva lavorato per mesi e riuscì a ritirare personalmente la statuetta.

Conoscendo il contesto storico, si può immaginare l'impatto culturale e simbolico della sua presenza, impatto reso ancora più evidente dal fatto che, pochi giorni prima, McDaniels non era stata ammessa alla prima del film e questo non fece notizia in quanto corrispondeva alla normalità.

Nei trecento film hollywoodiani cui partecipò, il suoi nome comparve nei titoli di un'ottantina circa. negli altri, il suo riconoscimento fu esclusivamente economico. 

Durante la seconda guerra mondiale, intrattenne le truppe di colore con spettacoli dal vivo. Dopo la guerra, ostracizzata dalle associazioni che la vedevano come la personificazione degli stereotipi razzisti, si dedicò alla radio, diventando la prima star afromericana di un programma radiofonico. 

Fu denunciata dai suoi vicini per aver comprato casa in un "quartiere di bianchi". Vinse la causa. Fece beneficenza sia in ambito educativo, sia nei confronti di quella NAACP che tanto la ostacolò. 

Credo che anche, e in certi casi soprattutto, esperienze di vita di questo tipo possano essere oggi di insegnamento, perché fanno capire che non è necessario corrispondere ad un'ideale e irrealistica perfezione per fare la storia. Accettare i propri limiti, fare del proprio meglio, praticare la riservatezza senza per questo mortificarsi sono tutti percorsi possibili per contribuire, in qualche misura ad un arricchimento anche sociale importante.

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