Molti si improvvisano traduttori, qualcuno di questi mostra una competenza e una perizia che permangono ingiustificabili e ingiustificate. Altri invece studiano teoria traduttiva per anni prima di azzardarsi a tradurre una pagina. Sta a ciascuno trovare un percorso proprio e originale. Di certo, più si traduce più si ha voglia di sistematizzare e di approfondire ciò che si sa, per facilitare il proprio lavoro e per riuscire a confrontarsi con gli altri.
Più si traduce, più si ha voglia di tradurre, di misurarsi con nuovi testi e con nuove difficoltà. Alcuni si appassionano a un argomento, a un ambito del quale poi diventano specialisti assoluti, altri preferiscono lasciarsi sempre una possibile via di fuga. Io la traduzione la insegno, o almeno ci provo, proponendo una modalità laboratoriale. Non credo che la pratica sia l'unica via percorribile, ma di certo è una tappa necessaria. I laboratori che propongo hanno uno scopo eminentemente didattico e intendono fornire qualche elemento metodologico di base a studenti che di fatto non hanno esperienza di traduzione. Per un'anteprima degli argomenti del laboratorio di traduzione francese che (se tutto va come previsto) terrò all'Università di Modena e Reggio Emilia il prossimo anno accademico, cliccate qui.
martedì 9 luglio 2013
Insegnare a tradurre
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Su di me,
Traduzione con la T maiuscola
...in viaggio, sempre in viaggio, ché per viaggiare non bisogna necessariamente spostarsi.
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