venerdì 12 dicembre 2014

Scioperanti "della domenica" (o del venerdì?)

Insegnanti, operai, portalettere, impiegati delle poste, commessi, ferrovieri, infermieri, tassisti, contadini, autisti di pullmann, alcuni impiegati di banche e biblioteche e molte altre categorie lavorano il sabato. La domanda è: perché i pochi privilegiati che lavorano in un ufficio che è chiuso al sabato sentono il bisogno di ripetere alle categorie sopracitate che "fanno sciopero di venerdì per allungarsi il week end?" vanno forse sempre a sciare il sabato e non sanno che la città, in loro assenza, continua a vivere? E in ogni caso, dato che chi sciopera non è pagato, che male ci sarebbe a scioperare quando fa più comodo agli scioperanti? Confesso che queste polemiche ricorrenti fondate sull'ignoranza mi stupiscono ogni volta che si ripetono. 

Allo stesso modo mi irrita chi sostiene che scioperare un solo giorno o per poche ore non serva a nulla, poiché spesso queste persone ignorano la legge 146/90, modificata dalla L. 83/2000 che "dispone le regole da rispettare e le procedure da seguire in caso di conflitto collettivo", stabilendo, ad esempio, l'obbligatorietà di certi servizi in certe fasce orarie. In effetti, concordo sul fatto che uno sciopero che non danneggia nessuno non sia molto efficace e si riduca a una protesta simbolica per gli utenti (che hanno anche la possibilità di conoscere in anticipo se e quando un determinato servizio non funzionerà) pur restando molto concreta per chi sciopera e non viene pagato. Tuttavia, cito la stessa legge: "I lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle disposizioni dei commi 1 e 3 dell'articolo 2 o che, richiesti dell'effettuazione delle prestazioni di cui al comma 2 del medesimo articolo, non prestino la propria consueta attività, sono soggetti a sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'infrazione". Di questi tempi in cui non tutti si possono permettere di scioperare, nessuno si può permettere di perdere i soldi che avrebbe guadagnato un certo giorno, e di beccarsi anche una sanzione disciplinare, spesso pecuniaria: chi sciopera lo fa rispettando la legge.

Tra l'altro, chi cerca di amplificare la propria protesta pur mantenendosi nella legalità, ad esempio evitando di dichiarare apertamente la volontà di aderire o meno a un certo sciopero, deve spesso affrontare pesanti pressioni sul luogo di lavoro. E non parliamo poi dei lavoratori autonomi, detentori di partita IVA, che non hanno diritto praticamente a nulla (sciopero, malattia, ferie, ammortizzatori sociali) pur pagando ampiamente le tasse. Se si pensa che molte partite IVA, sono "false", ovvero sono semplicemente uno stratagemma per "coprire" un lavoratore dipendente che, grazie alla partita IVA, fa pagare meno tasse ai propri datori di lavoro, si avrà un agghiacciante quadro generale.

Quindi, di nuovo, mi chiedo: chi non lavora al sabato, chi si irrita per gli scioperi al venerdì, dove vive? O meglio, dove crede di vivere: in un mondo a parte, nel quale se le condizioni di lavoro di un postino, di un insegnante, di un cassiere, di un infermiere peggiorano, questo peggioramento non ricade sull'intero tessuto sociale, sulla qualità della vita degli altri cittadini? Mi chiedo anche se sono l'unica a guadagnare 1200 euro al mese senza scatti di anzianità in un mondo di milionari ignari e incuranti della società in cui vivono.

Mi chiedo infine se i tanti che si lamentano sappiano che per molti mestieri la richiesta di ferie è vincolata. Ad esempio, se un insegnante ha bisogno di assentarsi un giorno da scuola durante l'anno scolastico (esclusi motivi di salute che vanno comunque e giustamente certificati) può legalmente farlo ma "senza oneri per la scuola" ovvero solo a condizione di reperire da solo una persona che abbia la qualifica, l'autorizzazione e soprattutto la volontà di lavorare al suo posto, gratis. I precari hanno l'obbligo di farsi sostituire gratuitamente anche se i giorni di ferie non vengono comunque retribuiti nemmeno ai precari stessi, né vengono rimborsate le ferie non godute. Non conosco nel dettaglio le modalità di richiesta ferie delle altre categorie che ho citato, ma immagino che anche per altri ci siano vincoli. 

Non mi illudo di aver fatto informazione con questo post: diciamo che ho riunito qui le mie perplessità su questo argomento e mi farà comodo il link a questa pagina per risparmiarmi in futuro battibecchi infruttuosi. Non temete, comunque: chi avrà critiche costruttive da fare sarà sempre il benvenuto.