Abitare in una città in cui la terra trema di continuo, che è circondata da paesi rasi al suolo, spesso con colleghi e amici terremotati non è facile, anche se non si sono subiti danni personali e fisici. L'attività ferve, forse anche stimolata dallo stato di agitazione che, volenti o nolenti, pervade un po' tutti. Chi ancora ha un lavoro vuole lavorare, produrre, dare il proprio contributo per uscire dalle difficoltà al più presto. Ma la terra continua a tremare.
A Modena città ci sono stati ingenti danni dei quali nessuno ha parlato, forse perchè sono stati già in parte riparati dall'amministrazione comunale: tutte le chiese del centro sono chiuse tranne quella della Pomposa. Due cavalcavia sui tre presenti in città sono stati danneggiati e riparati in tempo reale. Persino il cimitero non era agibile, non si aveva dove seppellire i morti e ora il servizio è stato ripristinato.
Questo darsi da fare è talvolta esasperante e controproducente in quanto i controlli fatti negli edifici sono da rifare dopo ogni scossa forte, e purtroppo tutto continua a tremare abbastanza spesso. Senza parlare dello stato emotivo di persone che continuano a sentire letteralmente tremare la terra sotto i piedi. I parchi cittadini sono pieni di tende già da diversi giorni. Molti hanno i nervi logorati da questo sforzo che, come quello di Sisifo, è destinato a imporsi da capo nel giro di pochi giorni. Il desiderio di riprendersi è comunque un segno positivo... speriamo bene.
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