venerdì 10 aprile 2009

Revisioni - Il sangue di Fatima

Cosa significa fare la revisione di una traduzione?
Ogni revisore ha le proprie tecniche, quindi non entrerò nello specifico, ma sostanzialmente si tratta di un lavoro da certosino: l'editore fornisce due testi, quello originale in lingua, e la relativa traduzione, ancora inedita. Il revisore effettua un controllo del testo italiano, avvalendosi spesso di un confronto diretto con il testo originale e consultandosi, quando è possibile, col traduttore. La difficoltà di questo lavoro deriva principalmente dal fatto che le traduzioni letterarie sulle quali il revisore lavora sono fondamentalmente corrette e spesso anche scorrevoli. Tuttavia, lavorando a stretto contatto con il testo originale per periodi molto lunghi, il traduttore talvolta si lascia sfuggire frasi che restano oscure per il lettore che non conosce il testo o la lingua di partenza.
Mi è capitato di fare revisioni "in incognito". Nel libro venduto in libreria infatti, non compariva il mio nome, come se il lavoro del revisore compensasse indicibili mancanze del traduttore. A volte questo può capitare, ma nella maggioranza dei casi, il revisore porta semplicemente un punto di vista più libero sul testo, e svincola totalmente la traduzione dal ruolo di "testo di servizio" per renderla pienamente letteraria. Il revisore, insomma, è una figura necessaria nella gestazione di un libro, e quando ho avuto la possibilità, come traduttrice, di collaborare strettamente con i miei revisori, ne ho apprezzato il lavoro e ho fatto di tutto per continuare a collaborare con loro.
Il 29 aprile uscirà un romanzo di cui ho rivisto la traduzione: Il sangue di Fatima di Armand Julia, edizioni Spartaco. La traduzione è di Alessandro Bresolin, con il quale ho variamente collaborato in diverse occasioni. Ecco la scheda dell'editore:

L’improvvisa morte di Fatima trasforma in detective un tranquillo professore di filosofia. Si uniscono a lui un collega, il fratello maggiore della ragazza e un ex maestro, che ha lasciato la cattedra per un distintivo da commissario. Fatima stava realizzando delle interviste di strada sulla xenofobia. Alcuni giorni prima di morire, si era imbattuta in un fanatico. Per venire a capo della vicenda, bisogna trovare la videocassetta sulla quale è stato registrato l’incontro.Al prof ne capitano di cotte e di crude, ma non si arrende: nella testarda ricerca della verità è confortato dal caro “Manu” Kant e dagli altri padri del pensiero filosofico; cita Tintin, scomoda Proust e ricorre a Marlowe mentre cerca di ricostruire le ore che hanno preceduto il suicidio della studentessa. Poi anche una compagna di classe di Fatima scompare nel nulla. E il mistero s’infittisce.Un “noir” in cui il tema forte dell’intolleranza si fonde a una scrittura fluida, ironica, accattivante; una storia in cui l’amore finisce per essere sopraffatto dall’ottusa condanna del “diverso”.