sabato 16 ottobre 2021

Alice Coachman

 Nel 1948, una donna di colore vinse per la prima volta una medaglia d'oro alle Olimpiadi: era Alice Coachman, nata ad Albany, in Georgia, ai tempi della segregazione razziale. Il mondo cospirava contro di lei: a causa della segregazione, non le era concesso partecipare a sport organizzati, né accedere a strutture sportive. Dopo un'infanzia passata a correre nei campi, a 16 anni entra alla Preparatory School di Tuskegee con una borsa di studio che prevedeva che rammendasse le divise e facesse le pulizie. Ma lei salta, e si allena sulle strade sterrate. Durante gli studi vinse dieci campionati consecutivi nel salto in alto, che praticava con una tecnica personale. Ottenne inoltre titoli nazionali in diverse discipline sportive. Non partecipò immediatamente alle Olimpiadi perché le edizioni del 1940 e del 1944 vennero annullate a causa della guerra. Partecipò all'edizione del 1948 e a 25 anni vinse l'oro nel salto in alto.

Al suo ritorno in Georgia venne acclamata in una cerimonia ufficiale nella quale i posti a sedere erano divisi tra posti per bianchi e posti per neri. A Londra aveva ricevuto la medaglia d'oro da re Giorgio VI, a Washington era stata ricevuta dal Presidente degli Stati Uniti insieme ad altri atleti, ma nella sua città, il sindaco non le strinse la mano nemmeno in occasione dei festeggiamenti a lei dedicati. A quel punto Alice Coachman decise di ritirarsi, creò una fondazione per aiutare gli atleti in difficoltà economiche e divenne testimonial della Coca Cola insieme a Jesse Owens.

Ho ricevuto messaggi all'indirizzo dedicato paola@paolaghinelli.net che mi chiedono perché io stia raccontando storie di sole donne per il Black History Month. Una prima risposta sta già nella constatazione del fatto che quando, in altre occasioni, ho parlato solo di uomini, nessuno ha notato nulla di strano. 

Nel caso di Coachman, la facile metafora del saltare oltre gli ostacoli porta a pensare che quegli ostacoli non fossero costituiti soltanto dalla società segregazionista in cui è nata e vissuta. Coachman si è certamente dovuta battere anche contro gli stereotipi riguardanti le donne: basti pensare che il titolo di studio che ottenne fu in economia domestica. Eppure l'idea che si sia librata, con apparente leggerezza, al di sopra di tutti gli ostacoli, di tutte le categorie imposte, di tutti i tentativi di controllo, porta a pensare che il suo operato possa essere di esempio per tutti coloro che si trovano ad affrontare ostacoli apparentemente insormontabili, di qualsiasi natura essi siano.

2 commenti:

  1. Incredibile che il suo nome non sia restato nella storia come quello di Jesse Owens

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  2. Hanno fatto insieme la campagna pubblicitaria per la coca cola...

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