sabato 2 marzo 2019

I love Cattaneo-Deledda

Poche settimane fa a Modena, nei pressi dell'autostazione, c'è stata una rissa tra due ragazze. I media locali, nel darne notizia, hanno sottolineato che si trattava di due studentesse dell'Istituto in cui insegno, il Cattaneo-Deledda. Eduscopio, il progetto della Fondazione Agnelli nato per aiutare gli utenti a scegliere una scuola superiore capace di fornire la migliore preparazione al mondo lavorativo o accademico nell'ambito di un determinato territorio o di un determinato settore di interesse, relega spesso l'istituto in cui insegno agli ultimi posti. Le scuole medie orientano spesso verso il Cattaneo-Deledda i ragazzi in difficoltà.
Il mio punto di vista è completamente diverso. Mi trovo ad insegnare in una scuola realmente inclusiva, alla quale sono iscritti un numero molto alto di ragazzi con disabilità e un numero ancora più alto di ragazzi segnalati con DSA o BES. Il team di insegnanti è mediamente proattivo ed efficace, e in particolare il lavoro dedicato a ragazzi certificati e a ragazzi segnalati è di qualità. Negli anni, il comportamento dei ragazzi è profondamente cambiato e oggi i casi di mancanze gravi in ambito disciplinare sono più rari rispetto al passato. Anche la comunicazione tra scuola e famiglie è efficace. La scuola è molto grande, e comprende tre indirizzi molto diversi, l'offerta formativa è ricca, e numerosi sono i progetti che coinvolgono a vario titolo gli studenti. Complessivamente, mi trovo molto bene al Cattaneo-Deledda, sia per quanto riguarda l'ambiente di lavoro e il rapporto coi colleghi, sia per quanto riguarda il rapporto coi ragazzi, che trovo arricchente e significativo.
Mi sono chiesta più volte il motivo di questa discrepanza tra la mia esperienza e la fama della scuola. Ho trovato una possibile risposta seguendo un corso di formazione relativo al "capabilities approach" tenuto da Michele Capasso, docente e filosofo, che ha saputo dare un respiro ampio ad un argomento considerato settoriale. Ciò che ciascuno di noi, ciascun cittadino, è in grado di fare, è profondamente legato al contesto in cui opera, e le capacità sono a loro volta legate alle opportunità concrete. In questa prospettiva, i dati statistici rilevati da Eduscopio in merito alla percentuale di diplomati che hanno trovato lavoro entro un certo lasso di tempo, al tipo di contratto che hanno ottenuto e alla coerenza tra diploma e lavoro non dovrebbero essere letti comparandoli esclusivamente con i risultati ottenuti da altre scuole, ma anche analizzando le opportunità concrete che il tipo di utenza dell'istituto ha nel nostro paese.
Mi spiego meglio: pur non conoscendo i dati esatti, penso che il Cattaneo-Deledda abbia una percentuale di iscritti disabili più alta rispetto alla maggior parte delle scuole superiori della provincia di Modena e che abbia una percentuale di ragazze iscritte più alta rispetto agli altri professionali della stessa zona. Pertanto, le percentuali di diplomati che trovano un impiego in breve tempo, che ottengono un contratto vantaggioso e che svolgono un lavoro attinente al loro diploma andrebbero calibrate con le percentuali di donne o di persone con disabilità che riescono a raggiungere gli stessi traguardi in Italia oggi. Analogamente, se i ragazzi considerati "difficili" o coloro che sono in difficoltà, anche semplicemente perché non conoscono adeguatamente la lingua italiana, continuano ad essere orientati verso l'istituto in cui insegno, l'effetto può essere duplice: da una parte si stimola la scuola a lavorare in modo sempre più attento alle esigenze delle propria particolare utenza, dall'altra però si rischia di alimentare lo stereotipo della scuola-ghetto. Credo che, sul piano pratico, l'istituto in cui lavoro abbia già trovato una soluzione ottimale: quella appunto di fare di queste apparenti difficoltà il proprio punto di forza. Non a caso, il Cattaneo-Deledda è una scuola pilota della riforma degli istituti professionali attualmente in fase di avvio, e ben due docenti dell'istituto sono referenti nazionali di questa riforma. Mi dispiace però che chi non conosce questa scuola in modo approfondito continui a considerarla una scuola di serie B, poiché questo influisce negativamente sul percorso umano e formativo degli studenti che invece meriterebbero le stesse opportunità dei loro coetanei. (L'immagine è tratta dal sito della scuola)