venerdì 29 maggio 2015

Laferrière o l'arte della digressione

Lisez le discours de réception que Dany Laferrière a tenu hier à l'Académie française en cliquant ici

Chi segue questo blog già sa che più un anno fa Dany Laferrière è stato ammesso all'Académie française. Solo tra due giorni, però, siederà definitivamente tra gli immortali. Ieri gli è stata consegnata la spada da accademico e ha pronunciato il suo discorso di accettazione, come da tradizione dedicato allo scrittore che lo ha preceduto sullo stesso scranno dell'Académie: Hector Bianciotti. Consiglio a chi legge il francese di godersi il discorso in lingua originale (cliccando qui) per apprezzare l'arguzia ineguagliabile di Laferrière.
Gli immancabili riferimenti ad Haiti effettuati da Laferrière sottolineano la fascinazione mistica per la morte propria della cultura della penisola caraibica, dove pare gli abitanti abbiano meno soggezione della fine della vita rispetto agli altri popoli. Un altro elemento del discorso che ho trovato interessante è il legame con il continente americano che avrebbe lo scranno numero 2 dell'Académie, che sarà occupato appunto da Laferrière. Infatti, oltre ad essere stato lo scranno di Bianciotti, di origine argentina, andando indietro nel tempo è stato occupato, ad esempio, da un partecipante alla guerra d'indipendenza americana - e questo dà occasione a Laferrière di moltiplicare gli aneddoti storici su Haiti. Le numerose digressioni effettuate nel discorso sono fondamentali perché permettono all'autore di illustrare i principali elementi che nutrono il suo immaginario e di ipotizzare i suoi legami con Bianciotti. Naturalmente, gli estimatori dello scrittore di origine argentina troveranno un suo ritratto originale nel discorso di Laferrière, il quale non può esimersi dall'osservarlo attraverso il prisma del vudù haitiano e in particolare con la mediazione di Legba, divinità che "permette a un mortale di passare dal mondo visibile al mondo invisibile, poi di fare ritorno al mondo visibile. È quindi il dio degli scrittori."
Non è un caso infine, che il discorso di Laferrière, un discorso che è in realtà una narrazione, sia stato enunciato principalmente al presente. Come ho già avuto modo di sottolineare, Laferrière è prima di tutto uno scrittore che riesce a trasmettere la leggerezza dell'istante, in ogni sua espressione artistica.